Cinque Danze sulle Crete
per chitarra e pianoforte
Allemande, Courante, Sarabande, Menuet e Gigue
2018
Durata: 13′
Commissione: Duo Ravasio-Amidei, Omaggio a Mario Castelnuovo-Tedesco nel cinquantesimo della scomparsa 1968-2018
Prima esecuzione: 28/07/2018, Monte San Savino (AR), Chiostro Palazzo di Monte, Festival delle musiche XXIV Edizione, Samuele Amidei (pianoforte), Raffaele Ravasio (chitarra)
Editore: Ut Orpheus
Numero catalogo: CH 322
Estratto dalla prefazione di Piero Bonaguri:
Nella presente composizione i riferimenti alla figura e all’opera di Mario Castelnuovo-Tedesco sono molteplici. Anzitutto l’organico chitarra-pianoforte è lo stesso della Fantasia op. 145 di Castelnuovo-Tedesco (scritta per Andrés Segovia e Paquita Madrigueira), il più celebre brano del Novecento composto per questa formazione. Il pezzo di Giovanni Scapecchi, in forma di Suite di danze, si rifà in maniera esplicita a quello dell’illustre dedicatario attraverso alcune citazioni che compaiono nella Sarabanda e nella Giga. Le Crete citate nel titolo sono poi le famose crete senesi che, con i loro colori e forme, costituiscono un singolare frammento paesaggistico della Toscana. Alla terra di cui son fatte le crete, inoltre, vengono qui attribuiti profondi significati da Giovanni Scapecchi (che, come Castelnuovo-Tedesco, è originario della Toscana, dove tuttora vive): l’Autore ricorda anzitutto che il libro della Genesi racconta che il primo uomo fu tratto dalla terra (c’è quindi questo nesso primordiale uomo-terra); e poi l’uomo “storico” Mario Castelnuovo-Tedesco, qui omaggiato, mantenne un rapporto profondo con la sua terra d’origine – pur nel drammatico distacco dovuto al forzato esilio statunitense, avvenuto nel 1939 a seguito delle leggi razziali. Stilisticamente ho poi trovato un ulteriore nesso tra questo pezzo ed il suo dedicatario – che fu influenzato in opere giovanili dall’impressionismo musicale – proprio in un certo clima “francese” che attraversa la Suite.